PER SOLI UOMINI


di Massimo Sgorbani
regia di Giovanni Battaglia
con Giovanni Battaglia e Alessandro Castellucci
luci Alessandro Tinelli

Una riflessione ironica e pungente sulle derive dell'erotismo ai nostri giorni 

Quarant'anni fa l'oggetto massimo del desiderio era il corpo vivo di una donna. Non era facile come oggi vederlo, ancora meno toccarlo, e questo lo rendeva ancora più eccitante. Le immagini del corpo nudo erano palliativi della sua assenza, pallidi riflessi di una presenza così difficile da procacciarsi.

Oggi invece è l'immagine a essere oggetto massimo del desiderio e il corpo a essere suo pallido riflesso. Chi è cresciuto e vive a contatto con la pornografia ha del sesso un rapporto idealizzato: corpi glabri e muscolosi, donne vogliose, peni enormi, seni rigonfi, copule interminabili, godimenti esagerati. Un sesso senza odori, senza sudori, senza difetti, senza intoppi. Il paradigma pornografico produce lo svilimento dell'esperienza vissuta in confronto al suo ineguagliabile modello di riferimento.

Luca e Guido, i protagonisti di Per soli uomini, sono i tipici esemplari di una specie umana cresciuta in questa cultura. Parlano ossessivamente di donne e di sesso, riferiscono in modo dettagliato le loro esperienze sessuali, oscillando tra goliardia e il cameratismo in odore di misoginia. Entrambi, tuttavia, nascondono dei segreti che mai confesserebbero all'altro.Un episodio imprevisto però porterà a galla i loro lati oscuri, trascinando i due protagonisti verso un finale drammatico.